Fefè De Giorgi: non si riesce a capire se la sua straordinaria altezza morale e spirituale di uomo tenda a indirizzare le sue magiche strategie pallavolistiche oppure se le sue indiscusse marce in più nel condurre la nazionale azzurra abbiano aperto la strada all’incredibile successo colto agli Europei battendo in finale la Slovenia.
Ma forse non è né importante né necessario porci una simile domanda; il buon Ferdinando rimane sempre lui, il trionfo continentale non l’ha minimamente cambiato come umorismo, sottile ironia e autoironia a metà strada tra English style e Campania style. Sì, un pò (ma solo un pò) più diplomatico nelle interviste ufficiali ai microfoni delle televisioni, ma simpaticamente identico a sé stesso nelle serate tra amici. Anzi, più che amici, perché lo show impagabile che ha regalato al Cenacolo, appartiene a quella sfera dei ricordi (non credo di esagerare) che si insinuano a velocità massima nel cervello e non tornano più indietro. Retorica? No, sicuramente momento di eccezionale piacevolezza di vita. Ascoltando Fefè, che una trentina di anni fa ha trascinato Padova a traguardi insperati, si perde prima di tutto il senso del tempo. Le sue parole volano a una velocità che annulla qualsiasi pur valida percezione dei secondi e dei minuti. In ogni caso – valutazione personale – il tempo trascorso con lui non è mai troppo.
Il presentatore dell’evento Massimo Salmaso, poderosa colonna della pallavolo del Gazzettino (35 anni di ininterrotta collaborazione dal 30 settembre 1987) ha caricato di ritmo ed entusiasmo la lunga serata: ottimo padrone della scena, perfetto conoscitore di ritmi e pause, ha ulteriormente nobilitato l’intervista. Una delle migliori di sempre al Cenacolo.
“La qualità migliore di De Giorgi – spiega Salmaso – è la capacità di fare pallavolo divertendosi, con il sorriso sulle labbra. Pochi sono capaci di farlo, soprattutto quando le pressioni aumentano. La vittoria agli Europei, ottenuta con una squadra praticamente di esordienti, non se l’aspettava nessuno”.
Una serata che ha visto riservare caldi applausi a due soci speciali del Cenacolo: manifestazioni d’affetto prolungate e sincere a Giampaolo Ferrari – compleanno numero 85 – e al grafico-artista Franco Ferlini (90 anni) per motivi diversi già entrati nel mito. Mi sembra quanto meno riduttivo, riferendomi a Ferrari, chiamarlo ”factotum del club”. Almeno “factotum plus”, lo sappiamo tutti. Ferlini, dal canto suo, non è “quello della locandina” dell’evento, dato che possiede grandi capacità artistiche distribuite in una carriera densa di soddisfazioni. Approfitto di questa righe per un abbraccio a Franco, toccato di recente da una tragedia familiare, che ha trovato la forza, grazie anche all’intelligente amore della moglie Alfonsina, di presenziare alla serata.
Momento difficile e complesso anche per Giampaolo Ferrari, al quale va il più affettuoso abbraccio.
Morale della favola: la qualità paga sempre e lo si è visto anche nell’ultima manifestazione alla Montecchia, dove è stato presentato anche un nuovo socio, l’avvocato Gianluca Carobene, che ha dato l’impressione di essersi subito inserito nello spirito del Cenacolo.
In tema di avvocati, il flash finale spetta al presidente Manuele Molinari: “Un incontro emozionante, che ha messo in luce i grandi valori di Fefè De Giorgi come allenatore e come uomo. Quando parlava l’attenzione era massima. Una serata davvero importante, con unanimi consensi da parte dei soci”.