Intervista a: FABIO BALASO

Fabio Balaso è uno dei tre candidati al premio Michelangelo, il prestigioso riconoscimento che il Cenacolo assegna allo sportivo padovano dell’anno. Il libero della nazionale di pallavolo e della Lube Civitanova – con la quale nel 2019 ha vinto scudetto, Champions League e Mondiale per Club – è originario di Trebaseleghe ed e è cresciuto nella fila della Pallavolo Padova dove ha esordito da titolare a soli 16 anni, mettendo assieme 162 presenze. Dalla Kioene, due stagioni fa, il grande salto alla Lube dove è diventato uno dei grandi protagonisti dei trionfi della società marchigiana.

Fabio Balaso“Sono felice e onorato di essere tra i candidati di questo premio – dice Balaso -, ringrazio le redazioni sportive che mi hanno indicato. Il 2019 è stato effettivamente un anno speciale per me con tante vittorie. Sono consapevole che con tutta la squadra abbiamo fatto veramente qualcosa di speciale”. Cosa sa del premio? “Mi hanno detto che non si sa ancora quando si conoscerà il vincitore, però a questo punto spero di essere in lizza fino alla fine e, perché no, anche di vincere”.
Dove sta vivendo in questi giorni particolari? “Sono rimasto a Civitanova, anche dopo lo stop ai campionati. Ho preferito non muovermi, visto che la società mi ha lasciato l’appartamento a disposizione. Credo di tornare a Padova dopo il 4 maggio. Però sono tranquillo, perché i miei genitori stanno bene e vedo che anche in Veneto la situazione sta decisamente migliorando. Abito vicino al mare e la tentazione di fare una bella corsetta l’ho avuta molte volte, ma ho osservato rigorosamente le regole”.

E’ però in buona compagnia. “Sì, sono con Sara, la mia fidanzata e il mio cane Buddy, da sette mesi il nostro nuovo coinquilino. Ci facciamo tutti molta compagnia. Sono anche fortunato perché ho un po’ di giardino a disposizione e questo rende le cose un po’ più semplici”.

Come trascorre le giornate? “Credo un po’ come tanti, in casa tra un film, una lettura e un po’ di allenamento. E, ovviamente, il giro dell’isolato con Buddy”.

Fabio BalasoCome ci si allena in casa? “Faccio tre volte alla settimana pesi. Alla Lube siamo stati in palestra fin a quando è stato possibile. Con la certezza della chiusura dei campionati, ci siamo ovviamente fermati. Abbiamo fatto un ultimo ritrovo al palasport, con le necessarie precauzioni, e ci siamo salutati. Con un po’ di tristezza, perchè quando sei abituato a vivere in palestra e vederti due volte al giorno è difficile azzerare tutto da un momento all’atro”.

Il blocco dei campionati ha suscitato parecchie polemiche tra Lega e Federazione. Lei cosa pensa? “Penso che sia stata presa la decisione giusta. L’ultima partita che abbiamo giocato era a porte chiuse ed è stato davvero surreale. Noi giochiamo soprattutto per il pubblico e farlo a spalti vuoti aveva davvero poco senso”.

E la Nazionale? “Anche lì tutta l’attività è stata sospesa. Si dice che forse a giugno o a luglio si potrebbero organizzare degli stage per i più giovani, ma credo sia ancora presto per capire se questa cosa sarà possibile”.

Come giudica la trattativa per ridurre gli ingaggi della stagione? “Una riduzione è giusto che ci sia, ma il 30 per cento ipotizzato all’inizio è secondo me troppo. Molte squadre erano a poche giornate dal fine della stagione e una decurtazione di questo tipo penalizza eccessivamente”.

Come si immagina il prossimo campionato? “Sarà un anno di transizione. Quasi tutte le società hanno grossi problemi economici e quindi questo condizionerà le scelte tecniche e di mercato. Ci dovremo rassegnare alla partenza di molti campioni e, quindi, sarà un campionato diverso. D’altronde molti sponsor faticheranno a onorare i loro contratti e molti potrebbero addirittura ritirarsi. Sarà un campionato particolare ma non per questo, meno interessante. Magari cambieranno certi valori”.

Ci sarà però la possibilità di lanciare molti giovani. “E questa sarà una gran bella cosa. C’è un gran bisogno di valorizzare i nostri talenti e questa sarà certamente l’occasione buona”.

In fin dei conti la grande carriera di Fabio Balaso è nata così. Quando la Pallavolo Padova ha deciso che in A/2 si poteva anche giocare con un libero di 16 anni. Un’intuizione, una scommessa vinta, un investimento su un ragazzo che è comunque rimasto quello di una volta: umile, silenzioso, incline al sacrificio e sempre pronto ad ascoltare e a imparare. Le basi per diventare un campione assoluto.

Un articolo di: Massimo Salmaso