LA “5 ORE DI PELLESTRINA”, UNA CORSA A RITROSO NEL TEMPO

Ingredienti: Pellestrina, sognante paesino rimasto immobile nei secoli; un ristorante a base di pesce freschissimo e ottimamente cucinato, servito da camerieri d’altri tempi nonostante la giovane età; l’amicizia dei soci del Cenacolo, che riporta alla memoria il verso ciceroniano “divinarum humanarumque consensio”, l’accordo sulle vicende divine e umane. Tre ingredienti semplici che hanno permeato di sé, come il naturale sviluppo di un’idea, l’iniziativa della cena in trasferta.

Dove è emersa con prepotente personalità la profonda differenza tra banalità e semplicità: la banalità si scioglie in noia garantita, la semplicità rappresenta un micro universo di sentimenti & sensazioni, rendendo l’escursione una serata da ricordare per definizione, ricca di promettenti indicazioni per il quasi immediato futuro, la cena degli auguri natalizi. Prima di parlarne, ci fa piacere sottolineare l’ottima l’organizzazione di Roberto Pastorello e la spigliata presentazione dello speaker Enrico Barasciutti. La domanda ci sorge spontanea: abituato alle manifestazioni di boxe, cosa ha provato sentendo dalla cucina “fuori i secondi” intesi come piatti e non nel significato del pugilato… Le indicazioni per il quasi immediato futuro, si diceva: lo show di altissimo livello del socio ritrovato Roby Gordon, ad esempio, che nonostante oggettive difficoltà logistiche di esibizione (mancava tra l’altro un microfono, ma Pellestrina mantiene fortunatamente la sua indole naif) in un contesto lontano anni luce dai fasti del Lido di Parigi ai quali il sempre vivace illusionista è ormai abituato, ha anticipato appunto la festa natalizia come significativo regalo ai soci-amici. Valletto d’eccezione Giorgio Calore, spiritoso e comunque concentrato sull’inedita parte. Se son rose fioriranno…

Tra i partecipanti, Jacopo Tognon, nonostante i suoi sempre più pressanti e prestigiosi impegni.
Una breve parentesi: non sono avvezzo alle autocitazioni, ma lo scrivente, parlando per otto minuti cronometrati su alcuni aspetti non conosciuti dell’isola veneziana, ha voluto dare un piccolissimo contributo ai presenti nel rispetto e nel segno di una frase che mi è rimasta impressa pronunciata in sede di commento dal presidente del Cenacolo, Manuele Molinari: “Ogni socio, nel campo delle sue competenze, ha il piacere di dare qualcosa di sé alla causa del sodalizio spinto dallo spirito di squadra”. Possiedono un valore specifico in questo contesto anche le battutine al simpatico vetriolo di Francesco Callegaro e un giustamente orgoglioso amarcord sportivo di Giampietro Battaglia.

Tutti segnali di vero feeling, dando così ragione a Cicerone che ha trasformato e ampliato il significato di amicizia, fino ad allora relegato all’arido ruolo di convenienze sociali. E così, in sole cinque ore letteralmente volate ci siamo riempiti pancia & mente, sposando quel proverbio francese a basso coefficiente di romanticismo ma di sicuro efficace, che recita “la felicità passa per lo stomaco” (come dimenticare gli spettacolari spaghettini del ristorante Da Memo?) aggiungendo una ventata di fresca allegria e socializzazione moltiplicata per 53, il ragguardevole numero dei partecipanti. Un traguardo non da poco, a pensarci bene.

Un articolo di: Paolo Donà


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